Parrocchie di Mazzè, Tonengo e Villareggia


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Parrocchia

di
San Martino Vescovo
Villareggia

Foto delle nostre chiese - I nostri Santi

I nostri Santi

Con la spada si condivide l'amore

(don Luciano Sanvito)


UN GESTO DI CARITA' NEL FREDDO GELIDO DELLA NOSTRA ERA

Martino richiama
- la forza del soldato,
- la velocità del cavaliere di battaglia,
- l'intuizione ardente dell'uomo vittorioso,
- la partecipazione alla vita dell'altro,
- la nobiltà che non si innalza ma che si abbassa e condivide,
- la prontezza nello spezzare quello che si ha per chi non ha,
- e anche la considerazione per chi non appare come te, ma non è affatto diverso da te.

TUTTO QUESTO, MARTINO CE LO RICHIAMA A NOME DEL CRISTO

Ciò che comanda il suo destriero e lo ferma al momento opportuno non è la sua intuizione, ma l'ispirazione che gli viene concessa dallo Spirito, che è il suo condottiero, il suo mandante e il suo comandante primo.

Ciò che lo fa diventare così vicino a noi non è l'abbassamento suo in quel gesto di compassione, ma l'elevazione di quel povero freddoloso al suo cospetto, opera del Cristo che si innalza sotto quelle spoglie al suo sguardo sincero e di fede.

Martino chissà quanti poveri ha veduto, quanti soldati ha incontrato, e quante battaglie ha esordito...ma solo quel gesto lo rende ora vincente.



San Martino
Chiesa parrocchiale, interno

San Martino Vescovo di Tours [316 - 397]

Il nostro Santo patrono era figlio di un ufficiale romano, che gli diede il nome Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Quindicenne Martino dovette entrare nell'esercito romano. Venne inviato in Gallia dove avvenne il famoso miracolo. Martino si trovava presso Amiens con i suoi soldati, quando incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello regalandone una metà al poverello.
Quella notte sognò ed ebbe la visione che Gesù gli restituiva la metà del mantello che aveva regalato. Senti Gesù dire agli angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano, pur non essendo battezzato, egli mi ha vestito».
Al suo risveglio il mantello era di nuovo integro.
Il mantello di Martino venne conservato come reliquia ed entrò a far parte del tesoro dei Merovingi, re dei franchi. Il sogno segnò la vita di Martino. Egli già catecumeno venne battezzato la Pasqua dell'anno seguente, quindi lasciò l'esercito. Si impegnò quindi nella lotta contro l'eresia ariana, condannata dal concilio di Nicea (325) e venne per questo anche frustato (in quell'epoca molti militari ed imperatori erano ariani). Nel 357 Martino si recò nell'isola di Gallinara dove per quattro anni condusse vita eremitica. Tornò quindi a Poitier dove fondò uno dei primi monasteri dell'occidente. Nel 371 venne nominato vescovo di Tours. Anche come vescovo Martino condividere la vita monacale., propagandando la fede, dimostrando compassione e misericordia contro chiunque.
Nel 375 Martino fondò presso Tours un grande monastero che divenne poi noto come de Marmoutier. Durante la rivoluzione francese il monastero fu demolito; rimasero due torri. Alla fine dell'Ottocento fu progettata una nuova basilica consacrata nel 1925.




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